Come predisporre un impianto centralizzato


Questa pagina è rivolta alle Imprese Edili, agli Elettricisti, ai Progettisti Edili, agli Amministratori di Condominio ed a tutti coloro che a vario titolo si occupano di costruzione e ristrutturazioni di edifici. Le regole  indicate sono abbastanza semplici, talvolta banali ma tuttora, nell'era del "Cablaggio Strutturato" sono ampiamente ignorate.

Tenterò di dare un indicazione di massima su come procedere alla predisposizione delle strutture, delle canalizzazioni e dell’ architettura che deve assumere la distribuzione in un impianto centralizzato.

 

 

 

 

 

 

 


La ragione per cui le reti per la distribuzione dei segnali televisivi devono essere progettate in maniera innovativa, risiede nel fatto che ora sono chiamate a svolgere funzioni più complesse e gravose e devono essere pronte ad adeguarsi alle continue innovazioni tecnologiche che vedono protagonisti strumenti come i satelliti, strutture interattive e mezzi digitali.

In alcuni casi come ad esempio nei complessi alberghieri la rete televisiva può essere utilizzata per inviare nelle camere programmi tv interni, informazioni, messaggi agli ospiti ed anche per controllare gli impianti di riscaldamento e di climatizzazione, per permettere al cliente di effettuare ordinazioni, per accedere a servizi di prenotazioni varie  e per gestire servizi di pay tv.

Per quanto riguarda invece le utenze domestiche potrà ad esempio essere possibile vedere films di prima visione forse anche  in contemporanea alle sale cinematografiche con la tecnica N.V.O.D. (Near Video On Demand) consentendoci di scegliere direttamente il programma preferito a qualsiasi ora del giorno o della notte. Oggi la nostra rete assume sempre più la fisionomia di un autostrada informatica multimediale.


Il ruolo che riveste la componentistica in un sistema di distribuzione televisiva è di fondamentale importanza, particolarmente nei nuovi sistemi di distribuzione a banda ultra larga (u.l.b.), dove si rende necessario trasferire segnali di frequenza compresa tra pochi megahertz fin oltre due gigahertz .

Occorre prestare molta attenzione anche ai piccoli dettagli, come ad esempio i troppo spesso trascurati connettori, i quali dovranno essere perfettamente schermati, preparati con cura e collegati attentamente.

I cavi coassiali dovranno garantire un elevata schermatura per evitare la captazione di disturbi radioelettrici provenienti dall’ esterno e l’ irradiamento di segnali verso l’ esterno, particolarmente nei pressi delle centraline di amplificazione dove il livello dei segnali a radiofrequenza può assumere valori piuttosto elevati. E’ altresì evidente che essi dovranno garantire le perdite di potenza più basse possibile unitamente ad una impedenza caratteristica costante.

Molto importante è la cura nella posa in opera dei cavi, che non dovranno essere attorcigliati, schiacciati, sottoposti ad eccessiva trazione o a curvature troppo strette.

Le canalizzazioni destinate ad accogliere i conduttori dovranno essere di sezione abbondante, prevedendo così anche eventuali future espansioni degli impianti; nel dubbio è meglio optare per una sezione superiore al necessario.

Le cassette di derivazione destinate ad accogliere partitori e derivatori sono un elemento spesso trascurato. Le nuove tecnologie impongono l’ utilizzo di scatole di derivazione più grandi di quelle fin qui adottate, data la necessità di inserirvi la componentistica adeguata alla distribuzione di segnali a microonda come quelli provenienti dai sistemi di ricezione per la tv via satellite.

L’ architettura di distribuzione dell’ impianto dovrà essere modificata rispetto ad alcune abitudini ormai consolidate. Ad esempio vanno abbandonate le classiche "linee in catena" ovvero quei sistemi che prevedono il collegamento delle prese televisive l’una di seguito all’altra su di un unica linea.
Non che questo modo di procedere sia tecnicamente errato, ma è fortemente limitativo in un moderno sistema che richiede un notevole grado di flessibilità delle varie prese ad esso connesse (vedi ad esempio la distribuzione delle quattro polarità in un impianto tv satellite).

Un altro inconveniente di questa procedura impiantistica riguarda l’eventuale manomissione di una presa: tutti gli utenti collegati a valle del punto modificato subiranno probabili disservizi.
Il criterio di distribuzione più flessibile resta quello che prevede una linea diretta tra ciascuna presa e la cassetta di derivazione principale di zona, che andrà collocata tassativamente in un vano comune facilmente ispezionabile.

Per quanto riguarda le scatole da frutto destinate ad accogliere le prese, occorrerà orientarsi sui modelli a quattro o sei posti al fine di poter contenere le nuove prese multifunzione con separatore tv - satellite - radio integrato.

I divisori ed i derivatori dovranno essere dotati di caratteristiche più avanzate rispetto a quelli fino ad oggi impiegati, sia per quanto riguarda la gamma di frequenza operativa che per il coefficiente di schermatura ed il valore di "return loss".

In alcuni casi dovranno permettere casi il transito della tensione continua a 13 o 18 volt per il controllo dei convertitori per il satellite o gli impulsi a 22 kilohertz per la commutazione di banda, ed anche essere in grado di gestire i segnali di ritorno nelle nuove tecnologie per la televisione interattiva.

Ci si dovrà anche preoccupare di far giungere la linea telefonica in prossimità delle prese televisive per consentire ai terminali multimediali di dialogare con le Emittenti Televisive, al fine di consentire il "video on demand", cioè la possibilità di vedere programmi televisivi su richiesta.

Quanto sin qui esposto potrà apparire a qualcuno futurista o fantascientifico ma le tecniche accennate sono già reali e se ne dovrà tenere conto nell’esecuzione di nuovi impianti, o almeno nella predisposizione delle canalizzazioni, per non rischiare la rapida obsolescenza del sistema.