Sistemi centralizzati, valutazione dei metodi e dei costi


Una delle domande  che ci rivolgete più frequentemente  riguarda la richiesta di chiarimenti a proposito  di sistemi   centralizzati  per la ricezione del satellite. Prendendo spunto dalla richiesta di informazioni che mi è pervenuta dal responsabile di un condominio di Rimini, cercherò di chiarire per quanto possibile l'argomento. Il senso della domanda era il seguente:

-  Abbiamo richiesto un   preventivo per realizzare un impianto satellitare  a due Installatori della nostra  zona, ma le proposte che ci hanno inviato sono contraddittorie e non molto chiare.

-  A parte l'utilizzo, in questi preventivi di terminologie  un po' troppo tecniche sembra che i metodi proposti dai due  Installatori  facciano uso di sistemi  differenti, infatti in un preventivo, con un importo piuttosto salato,  si parla di "Conversione QPSK - QAM" (ma che significa?), mentre nell'altro che ha un prezzo abbastanza interessante si menziona un "sistema monocavo in Prima I.F."

- Qual è la differenza tra questi impianti, e quale dobbiamo scegliere?

R.

Esistono vari   metodi per  realizzare una rete di distribuzione in  condominio, ed il sistema più adatto va scelto caso per caso, secondo le caratteristiche dell'edificio e le necessità degli utenti.

Secondo le nostre valutazioni, il costo sostenuto da ogni utente deve  restare contenuto  entro il limite massimo di  350 / 400.000 lire, e le caratteristiche del sistema  devono consentire  la ricezione di  tutti gli  attuali trasponder italiani (sono 21) impiegando apparecchiature e tecniche installative allo stato dell'arte.

L'impianto dovrebbe anche consentire una facile espansibilità futura  senza dover sostituire nessun componente e senza  dover eseguire successivi interventi sulla rete o negli appartamenti.  In pratica sarebbe opportuno che il tecnico garantisse che l'aggiunta di nuovi canali o servizi  possa essere operata solo aggiungendo gli opportuni moduli in centrale, senza praticare altre modifiche o sostituzioni.

Il metodo indicato come "Conversione QPSK - QAM"  è in effetti piuttosto costoso e diventa economicamente interessante  solo quando il numero degli utenti che si allacceranno alla rete sarà superiore alle 50 o 60 unità.

Senza entrare in dettagli tecnici  complessi, posso dire che il sistema della conversione QPSK - QAM  è l'unica possibilità per portare il satellite dove non sia possibile sostituire tutti i cavi, i derivatori, i partitori e le prese dell'impianto televisivo esistente; per contro  lo svantaggio risulterà in un costo molto elevato della centrale di testa e nell'obbligo di impiegare ricevitori speciali (QAM) negli appartamenti.

Volendo fare un esempio pratico, siccome  i servizi in lingua italiana (attualmente oltre duecento) sono suddivisi su 21 Trasponder  occorrerà collocare nella soffitta una centrale composta da 21 Transmodulatori, oltre naturalmente alla parabola e tutti gli accessori indispensabili per il funzionamento. Questo comporterà, con i prezzi attuali, una spesa prossima ai 20 milioni di lire.

Noi abbiamo calcolato che il costo di un ottimo impianto centralizzato in grado di ricevere tutti i servizi in lingua italiana, gratuiti e a pagamento, può e deve rimanere contenuto entro un tetto massimo 400.000 lire per ogni utente, perciò ci sentiamo di consigliare il metodo della conversione QPSK - QAM solo nel caso di condomini molto grandi.

Fortunatamente esistono altri sistemi altrettanto validi, come ad esempio il  "monocavo in Prima I.F.", che secondo la nostra esperienza nella maggior parte dei casi si adatta meglio alle necessità dei condomini di media dimensione, con 30 / 40 o anche 50 e più appartamenti, ed in alcuni casi può essere impiegato anche in piccole reti CATV di quartiere.

Con questo metodo è necessario procedere alla sostituzione di tutti i cavi e di tutti i componenti dell'impianto televisivo esistente, in modo da  rendere la rete adeguata  al funzionamento con le frequenze impiegate dai satelliti.

La sostituzione completa della  vecchia rete di distribuzione  comporterà in moltissimi casi anche un concreto  miglioramento della qualità nei  canali televisivi tradizionali di terra rendendo inoltre il sistema perfettamente compatibile con i nuovi servizi digitali terrestri disponibili nei prossimi anni (DVB/T).

Vediamo di analizzare i costi, basandoci sull'esperienza maturata nei tanti  casi in cui siamo stati chiamati a sovrintendere alla esecuzione.

Possiamo affermare che il rifacimento totale della vecchia rete di distribuzione in un condominio di circa  30 -  35 appartamenti, con 3 / 4 prese per appartamento, potrebbe costare in circostanze normali circa 3 - 3,5 milioni di lire, mentre la parte relativa alla centrale di testa, pronta a ricevere tutti gli attuali servizi in lingua italiana composta da 21 Transponder (oltre 200 canali tra audio, video e dati), completa di filtri, convertitori, amplificatori parabola ed accessori potrebbe costare circa 3 / 5 milioni di lire.

Ne consegue che l'onere per ciascun utente risulterebbe inferiore alle 300.000 lire, cifra tutto sommato accettabile.

E' importante   anche tener conto che con questo tipo di impianto si possono collegare alla rete i comuni ricevitori digitali per uso individuale che si trovano facilmente  in tutti i negozi di elettrodomestici  e per gli utenti di Internet Via Satellite si possono usare le schede per PC normalmente reperibili nei negozi specializzati.

Nel caso della conversione QPSK / QAM  invece, facendo una piccola indagine di mercato abbiamo avuto qualche difficoltà nel reperire i ricevitori digitali adatti, (64 QAM) che oltretutto ci sono stati offerti ad un prezzo superiore rispetto quelli normali, mentre non siamo stati in grado di reperire sulla piazza di Rimini le schede Internet per PC adatte.

Per dovere di cronaca vorrei  ricordare che esistono altre tecniche per realizzare reti di distribuzione centralizzate, che in gergo vengono chiamate "Reti a commutazione".

Normalmente il loro costo è inferiore anche sensibilmente ai sistemi sin qui descritti. Purtroppo, dato l'elevato numero di cavi necessario al  funzionamento risultano difficilmente realizzabili in edifici già esistenti senza procedere con interventi di muratura o con canalizzazioni esterne.

L'impiego delle tecniche a commutazione è consigliato nei nuovi edifici, dove sarà necessario prevedere il necessario spazio nelle canaline e nelle cassette di derivazione. Va tuttavia rammentato che le reti a commutazione salvo  casi piuttosto rari, non sono adatte per alimentare impianti con molte prese, infatti  la maggior parte delle centrali in commercio è progettata per un massimo di 20 utenti.

A completamento di queste informazioni devo dire che esiste un altro economicissimo sistema per realizzare una distribuzione Sat Digitale; anch'esso fa parte della tecnica monocavo in prima I.F. ed è abbastanza diffuso. Consiste nel distribuire la sola polarità verticale in banda alta del satellite Hot Bird, consentendo la visione dei principali canali digitali italiani.

Occorre anche in questo caso sostituire tutti i  cavi, partitori, derivatori e prese utente, però in questo caso il costo della centrale di testa è limitatissimo, occorrendo solo installare una parabola con relativo LNB ed un amplificatore di potenza in banda Sat. Si può quantificare il costo di questo sistema in circa 500.000 lire, oltre naturalmente al costo del rifacimento della rete di distribuzione, che come abbiamo visto può essere di circa 3 - 3,5 milioni di lire per un condominio di 30 / 35 appartamenti. In questo caso la spesa per ogni utente sarà veramente modestissima, aggirandosi su una cifra inferiore alle 120.000 lire

Naturalmente le caratteristiche di questo impianto non sono al livello dei sistemi più costosi, perchè   la ricezione e limitata  ai soli canali più importanti, però è un ottima base di partenza in quanto è molto semplice estenderlo gradualmente, fino a trasformarlo in un sistema completo.